Genitori in quarantena ft. d.a.d

A tutti voi eroi quotidiani.

A te, che ti alzi la mattina, prendi il tuo smartphone, e inizi  a controllare il programma della giornata….

dad  dalle – alle

danza, calcio, baseball, kung-fu, dalle – alle

e poi timoroso apri le mail, whatsapp, telegram, skype, …

Vai a farti un caffè in cucina, evitando con arte circense di calpestare i gatti, che a qualunque ora ti alzi, loro comunque hanno già fame da prima.

Sfogli l’agenda, il calendario per lo smart work, dai un’occhiata veloce al “TO DO” della lavagnetta, cosciente che anche oggi lo lascerai lì dove sta.

Contrassegni le mail sperando che la caffeina faccia il suo dovere, ma è giunta l’ora, non puoi più rimandare: è il turno del famigerato CLASSROOM.

*da da da daaaaan*

Lui è lì che incombe sulla tua volontà di pulire casa, lavare i piatti, organizzare pranzi e cene, gestire le videochiamate tue, dei tuoi figli, di quell’amico che non ti ha MAI fatto una videochiamata, ma sente proprio l’esigenza di vederti: Adesso.


In tutto questo lui, Classroom, è sempre lì, ogni notifica un sussulto, un sospiro.
Si palesa quando meno te lo aspetti: mentre sei all’aiuola sotto casa e stai raccogliendo i regali biologici del tuo sbavante cagnolino di 40 kg, mentre dopo esserti spalmato il gel sanificante cerchi di infilarti un guanto in latex sotto gli occhi divertiti della “sicurezza” al supermercato, lui si insinua durante la spesa tra un pacco di pasta e il banco dei surgelati. 

Lui è lì.

Torni a casa trafelato, tra borse, mascherina…e gli odiatissimi guanti in latex, talcati all’interno, che formano un microclima per un micromondo sterilizzato, ma lui…no, lui non ascolta la tua sofferenza, e beffardo, ti invia l’ennesima notifica.

Ti approcci all’utente finale di quell’ accrocchio infernale, andando sui “Da fare” e timoroso ti avvicini dicendo “amore, è ora di fare i compiti, apri…” “LO SO“, si evita di nominarlo per non disequilibrare l’energia familiare, anche i più piccoli hanno capito.

Mentre cerchi di spostare i *fantastici* lavoretti di ogni genere e tipo, che tutte le attività extrascolastiche assegnano con l’intento di far passare un po’ di tempo e dare una sorta di continuità, facendo attenzione che non ti si appiccichino addosso ritagli, nastro glitterato, tempere, acquerelli, e tutto quel popo’ di materiale di cancelleria di cui fino a pochi giorni prima ignoravi l’esistenza, figlio X reperisce libri e quaderni e si inizia.

Eviterò, per non infierire ulteriormente sul vostro umore, di dettagliare il marasma di emozioni, sensazioni e turpiloqui, che passano nella mente di un genitore che si trova a fare il maestro/professore/altra autorità con competenza e indole vocazionale per l’insegnamento. (*) 

Ci vengono, però, regalati anche momenti di tiepida soddisfazione, quando indicando una parola scritta in modo incomprensibile da un pupattolo scazzato, lo guardi soddisfatto e affermi: “amore, è indubbiamente un predicato nominale.”, ma questo può essere troppo soggettivo per essere condivisibile.

Comunque…

Cerchi di svolgere al meglio le varie incombenze personali, lavorative e familiari, con l’illusione di riuscire a fare decentemente almeno qualcosa, essendo conscio di mentirti e che non otterrai nemmeno lontanamente il risultato sperato, benché di poche pretese.

I vari messanger arrivano ad un numero di notifiche inimmaginabile, fai un’accesso veloce ai social, un paio di like, un commento, un retweet…mentre guardi rapidissimamente le news (che news non sono) in TV.

Perché ovviamente devi anche tenerti aggiornato.

Nel mentre tuo figlio dotato di un dispositivo X si aggira per casa in videochiamata con nonna, si, vivi la tua giornata cercando di essere quantomeno presentabile, ma non per il resto del mondo, NO, presentabile per mamma o suocera! 

Quindi poi ovviamente ti becchi la “cazziata premurosa” di mamma che ti vede stanco, e ti dice di riposare, mentre con la suocera avviene il contrario, puntuale: figlio si aggira per casa e entra in sala proprio nel momento in cui tu, devastato dalle mille incombenze cerchi sollievo per 3- 4 minuti sul divano.

Quindi la tua vita passa da un “riposati” a un “stavi riposando? fai bene!”  e tu vorresti dire “no guarda, praticamente sono inciampato e ho perso i sensi sul divano”, ma non te la senti di infrangere un suo pensiero positivo.

E’ quasi ora di cena, impugni il guinzaglio per portar fuori il cane, ma ti rendi conto che i mobili del tuo salotto, che fino a poco prima aveva preso le sembianze di una palestra, hanno la stessa disposizione di un magazzino.

E’ incredibile la quantità di mobili e oggetti che riusciamo ad impilare in modo quantomeno precario, quindi  sistemi velocemente mentre la bestiola ti guarda salivando sul pavimento. Torni dal giretto, spiatti la cena…sprepari.
Sono le 21.00, ti prepari per la sera/notte, bacio alla prole, denti, pigiama e buonanotte.

Ti accasci sul divano guardando l’altro genitore negli occhi stanchi, con occhi stanchi, una stanchezza memorabile.

Accendi la TV e pensi “Ah che bello finalment..*ZZzzZz**ronf ronf*” fino a che ti trascini in camera dopo aver ri-sfamato il gatto random che è venuto a leccarti la faccia per la fame.

E sono di nuovo le 7.00, i tuoi gatti ti osservano, il centro notifiche del tuo cellulare, con aria impietosa, ti mostra l’elenco di notifiche che gestiranno la tua giornata.

Buongiorno!